Per Carbossiterapia si intende l’impiego a scopo terapeutico dell’anidride carbonica somministrata allo stato gassoso per via sottocutanea.
CO2 è un gas inodore, incolore, di carbonio biossido e rappresenta con l’acqua il prodotto finale del metabolismo degli esseri viventi; essa diffonde rapidamente nel torrente circolatorio dove è trasportata sotto forma di ione bicarbonato, in parte combinata chimicamente con l’emoglobina e le proteine plasmatiche e in parte in soluzione a una tensione di circa 46 mmHg nel sangue venoso; trasportata ai polmoni viene eliminata, alla stessa velocità con cui è prodotta, lasciando una PCO2 di circa 40mmHg negli alveoli e nel sangue arterioso.
Uno dei principi fondamentali della funzione circolatoria è la capacità di ciascun distretto tessutale di regolare il proprio flusso ematico tessutale locale in relazione alle esigenze metaboliche tessutali stesse.
Così, come i bisogni tessutali mutano, anche il flusso ematico tessutale locale si modifica. Le necessità specifiche dei tessuti alle quali il flusso ematico tessutale locale si deve adeguare sono molteplici: l’apporto di ossigeno; l’apporto di nutrienti (glucosio, aminoacidi, acidi grassi,…); la rimozione di CO2 dai tessuti; il mantenimento di un’appropriata concentrazione di svariati ioni nei tessuti; il trasporto di diversi ormoni e di altre specifiche sostanze ai diversi tessuti.
AZIONE DELLA Co2
La Co2 agisce sul microcircolo, dove riapre per effetto meccanico i capillari chiusi, riattiva quelli malfunzionanti e aumenta la percentuale di O2 nei tessuti migliorando patologie sia di natura veno-linfatica che muscolo-scheletrica.
Il meccanismo di ossigenazione dei tessuti è legato alla grande affinità dell’anidride carbonica con l’emoglobina. Quando nei tessuti corporei aumenta la concentrazione di anidride carbonica (CO2) l’emoglobina stessa reagisce cedendo tutto l’ossigeno (O2) che lega dando una iper-ossigenazione tissutale.
Con la carbossiterapia si effettua un trattamento riabilitativo della microcircolazione.
La carbossiterapia esplica i suoi effetti interferendo sia con i fattori che regolano a breve termine il flusso ematico tessutale locale, sia con i fattori che regolano a lungo termine il flusso ematico tessutale locale.
La carbossiterapia determina:
un aumento della velocità del flusso ematico tessutale locale;
un aumento della entità del letto vascolare della microcircolazione tessutale (angiogenesi vera e/o angiogenesi falsa).
Infiammazione
Per infiammazione o flogosi si intende l’insieme delle modificazioni che si verificano in un distretto dell’organismo colpito da un danno di intensità tale da non incidere sulla vitalità di tutte le cellule di quel distretto. Il danno è provocato da: agenti fisici (traumi, calore), agenti chimici (acidi ecc.), agenti tossici e da agenti di natura biologica (batteri, virus ecc.). La risposta al danno è data dalle cellule che sono sopravvissute all’azione di esso. L’infiammazione è una reazione prevalentemente locale.
I sintomi più importanti della flogosi (cardinali) sono il calor (aumento della temperatura locale dovuto all’anomala vascolarizzazione), tumor (gonfiore determinato dalla formazione dell’essudato), rubor (arrossamento legato all’iperemia attiva), dolor (indolenzimento provocato dalla compressione e dall’intensa stimolazione delle terminazioni sensitive da parte dell’agente infiammatorio e dei componenti dell’essudato) e la functio laesa (compromissione funzionale della zona colpita).
Angioflogosi
Si svolge essenzialmente in corrispondenza del microcircolo, cioè della parte periferica del sistema circolatorio. Si tratta di quel distretto vascolare che include la rete linfatica terminale, preposto fisiologicamente all’apporto di ossigeno e di sostanze nutritizie ai tessuti ed alla rimozione dell’anidride carbonica e dei cataboliti. Quando uno stimolo infiammatorio colpisce un’area di qualsiasi organo, una parte delle cellule va in necrosi o viene più o meno gravemente danneggiata con la conseguenza che i detriti cellulari che si formano costituiscono anch’essi un’ulteriore stimolazione flogogena per le cellule rimaste indenni. In conseguenza di ciò si verificano una serie di eventi che coinvolgono il microcircolo:
vasocostrizione di brevissima durata (10-20 sec.), mediata dalla branca simpatica del sistema nervoso vegetativo (liberazione di catecolamine); essa può anche mancare e non gioca un ruolo significativo.
vasodilatazione, provocata dal rilassamento delle fibrocellule muscolari lisce presenti sulla parete delle arteriole terminali.
iperemia attiva, dipende dal cedimento degli sfinteri precapillari e dalla dilatazione della parete arteriolare, che consente un maggiore afflusso di sangue nel microcircolo causando la comparsa dei sintomi calor e rubor.
iperemia passiva indotta dal rallentamento della velocità del sangue nel microcircolo
migrazione (diapedesi) dei leucociti, cioè fuoriuscita di queste cellule dal compartimento ematico in quello extravascolare dove sono richiamate da particolari citochine fornite di attività chemiotattica dette chemiochine e da numerosi altri fattori chemiotattici.
formazione dell’essudato, costituito da una parte liquida e dalle cellule in esso sospese. La parte liquida del sangue fuoriesce dai vasi per aumento della pressione idrostatica, dovuta all’iperemia e per riduzione della pressione colloidosmotica dovuta alla ridotta concentrazione delle plasmaproteine che, accumulandosi all’esterno dei vasi, contribuiscono all’ulteriore richiamo di acqua in questa sede. La presenza dell’essudato determina la formazione dell’edema infiammatorio ed è responsabile del sintomo tumor.
fagocitosi dei detriti cellulari e dei micorganismi da parte dei fagociti a cui segue la risoluzione o cronicizzazione del processo infiammatorio.
Oltre il 35% dei pazienti soffre di patologie osteo-artro-mio-fasciali.
Curare i pazienti in modo NATURALE e BIOLOGICO e SENZA EFFETTI COLLATERALI.
Origine del dolore infiammatorio
Questo tipo di dolore è legato alla presenza di un fenomeno infiammatorio a carico di varie strutture (cute, articolazioni, ossa, tendini, muscoli, fasce, rivestimenti sierosi) ed alla conseguente attivazione dei nocicettori periferici.
DOLORE
Definizione ACCADEMICA
“Una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o, comunque, descritta come tale.”
Associazione Internazionale Per Studio Dolore 1986
Definizione CLINICA
“E’ ciò che il paziente dice esso sia, ed esiste ogni qual volta egli ne afferma l’esistenza”
Sternbeck 1974
Indicazioni
Trattamento dei trigger points e dei tender points
Epicondilite
Cervicalgie, lombalgie
Gonalgie
Tunnel carpale
Tendiniti dell’achilleo
Conflitti cuffia rotatori
Tendiniti, peritendiniti
Controindicazioni
Insufficienze cardiache, renali, respiratorie
Ipertensione arteriosa grave
Epatite cronica attiva, epatite acuta, cirrosi
Anemia grave
Pazienti in cura chemioterapica
Pregressi ictus cerebrali
Pazienti in cura con inibitori anidrasi carbonica
Insufficienza arteriosa grave
Trombosi, troboflebiti, embolie
Pregresse erisipela
Particolarità di apparecchiature
La metodica terapeutica realizzata con CO2 therapy permette il controllo della sterilità e del sistema di attivazione dell’anidride carbonica.
L’elettronica intelligente di questa tecnologia, consente infatti:
Pre riscaldamento del gas andidride fino a 42°C prima che venga iniettato nella cute, con NOTEVOLE RIDUZIONE DEL DOLORE E BRUCIORE
Controllo della purezza e quantità del gas oltre la velocità di somministrazione
Analisi delle variazioni di resistenza nei tessuti permettendo la riproducibilità dei risultati terapeutici
Gestione tramite software della riduzione del dolore a livello locale attraverso il controllo della temperatura del gas in uscita
Programmi pre-impostati
Tubi di Erogazione in confezione sterile usa e getta senza aghi